lunedì 22 dicembre 2008

La bianca strada che porta a Tarantia

Albion...

[la ricostruzione era in pieno corso, cittadini e stato maggiore erano tutti impegnati a risollevare le sorti di un piccolo regno finito quasi nel baratro.
Kephirat dal canto suo cercava di rendersi utile come poteva, nonostante le sue scarse attitudini in quel campo: si divideva tra il laboratorio alchemico e il lazzaretto, dove aiutava Cormak a sanare i feriti, imparando le sue arti di guarigione.
Si barcamenava tra i tomi lasciati dalla tiranna Ilga, evitando accuratamente di dire in giro cosa vi aveva trovato dentro, ed evitando ancor di più di sperimentare gli incanti davanti ad occhi indiscreti.
Non avendo forza sufficiente per aiutare nei lavori di ristrutturazione effettiva e fisica del regno, tre erano diventate le sue attività principali...beh...quattro.
Con somma sorpresa di suo padre, Sigurd, gli aveva chiesto (sentendosi piuttosto ridicola nell'avanzare proprio lei una simile richiesta) di insegnarle ad impugnare degnamente un'arma...dopo settimane ancora non era riuscita a colpirlo, tuttavia si ostinava a non arrendersi alla sua evidente debolezza.
Vista poi la quantità enorme di feriti reduci della battaglia, aveva chiesto al Turaniano, Cormak, di spiegarle come avviare un piccolo orto, dove poter coltivare le erbe necessarie per curare i bisognosi: la zappa vinse le prime sfide, ma alla fine riuscì a domare l'attrezzo infernale, prendendosi una piccola soddisfazione nell'essere riuscita, praticamente da sola e con notevole fatica, a realizzare qualcosa che non le sarebbe morto tra le mani subito dopo.
Ultima, ma non meno importante occupazione: tediare Cleone.
Il suo scopo, in realtà, non era veramente quello di ossessionare il vecchio alchimista, tuttavia lui si ostinava a trovarla irritante. Così la strega imparò a sue spese gli effetti delle arti ipnotiche di Cleone,e non ottenne alcuna informazione, né riguardo a quelle, tanto meno riguardo allo scudo su cui Re Atreius le aveva chiesto di indagare.
In realtà c'era un'ultimissima occupazione che le portava soddisfazione, ma fu stroncata sul nascere dalle ire del Re stesso, che tollerava di cattivo grado il suo ritrovato buonumore.]

Vargas...

[I quattro mesi profetizzati di Akhana Thot erano giunti al termine, presto sarebbe giunto il suo messo. A fare cosa, lei non lo sapeva, ma la sola idea bastava a terrorizzarla.

Scoprire poi che i cortesi e sottili ambasciatori di Keshatta erano venuti per comprare Cleone a nome di Akhana Thot...forse era stato peggio.
Nessuno di loro, Cleone compreso, aveva idea di cosa volessero da lui.
Atreius sapeva solo di voler rifiutare le 150 monete d'oro offerte, un patrimonio inestimabile per il suo piccolo regno appena rinato, e rimandare a Stygia il drappello a mani vuote.
Nessuno dei compagni obiettò, sebbene questo significasse aprire le ostilità con uno stato più grande e molto più potente, che li avrebbe potuti colpire duramente senza spostare un solo soldato.
Ma il Re aveva deciso: entro due giorni sarebbero partiti alla volta di Tarantia

Messaggeri furono inviati in Cimmeria, alle tribù amiche, altri al nord per reclutare eserciti, altri ancora verso l'estremo est: se doveva esserci un conflitto, sarebbe stato di dimensioni ben più colossali di quello di pochi mesi prima.

Il Re aveva deciso]


La Via dei Re...

[Seguendo le parole di Cormak e ciò che le stelle gli avevano profetizzato, intrapresero il viaggio verso Aquilonia seguendo la via più lunga, la Via dei Re attraverso Brithunia, Zamora, Corinthia e Nemedia. Un viaggio orribilmente lungo, duro, e non privo di pericoli.
Per la prima volta, dopo più di due anni, Kephirat sentì il sole cocente scaldarle nuovamente la pelle gelida, ma per quanto sollievo potesse recare al suo fisico, la sua casa era ormai ben più a nord, e Stygia era diventata una nemica palese.
Atreius seguiva la via di marmo bianco in silenzio, ogni giorno in contemplazione delle innumerevoli statue di regnanti che ne segnavano il profilo...cosa leggesse sui volti di pietra lei non lo sapeva, forse neanche i suoi compagni.
Solo mesi dopo, varcati i confini tra Nemedia ed Aquilonia, i compagni videro sul suo volto l'espressione di chi si sente tornato a casa dopo anni di esilio.
Attraversarono praterie sterminate con la foga di chi, dopo troppa strada, strappa al suo fisico le ultime forze per lo scatto finale]

Tarantia.

[Già da lontano le era sembrata enorme ma ora che erano sotto le mura, Kephirat non riusciva ad abbassare lo sguardo. Aveva già visto città grandi. Tarantia era immensa.
Mura ciclopiche la circondavano, su di esse enormi macchinari da difesa. Ovunque torri, alte strutture, gente di ogni tipo e provenienza, mercanti, guerrieri e ciarlatani, ladri, donne di strada, ragazzi...] Civiltà...bentornata alla civiltà...[si permise un sorriso, dopo un anno di viaggio stremante. Le sembravano secoli dall'ultima volta che aveva visto una vera città.
Poi si ricordò delle intenzioni di Atreius, e come per magia il sorriso le scomparve dal volto.
Cercare udienza dal Re di Tarantia non era cosa semplice.
Ottenere l'attenzione di Re Conan le sembrava un'impresa pressoché folle.

Ma in fondo perchè arrendersi senza aver tentato...]

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