sabato 29 novembre 2008
Scelte e priorità...
Ilga stessa costituiva un problema non esattamente sopravvalutabile, anche se forse cercava di apparire più di quel che era. Il giochetto della serva morta non aveva convinto Kephirat del suo potere, ma solo della sua ferocia...tuttavia era curiosa di capire quali conoscenze avesse quella donna]
Odio doverlo ammettere...ma quel vecchio rottame di Cleone ci è inutile senza pugnale, quindi dovremo davvero fare qualcosa di più che limitarci a scambiarlo con le teste di quei contadini, se vogliamo ritrovare quel dannato coltello! [guardò i suoi compagni ad uno ad uno, in cerca di risposte] Se qualcuno di voi ha un'idea, che la tiri fuori alla svelta, abbiamo due settimane al massimo...
[Rientrò nella sua piccola tenda, scacciando per qualche momento dai suoi pensieri i problemi del regno di Albion...il ricordo dei fatti avvenuti alla Città Ghiacciata ancora la tormentavano, c'erano troppe cose che non riusciva a spiegarsi...assorta sul proprio riflesso in un bacile d'acqua, riportò alla mente quello che era diventato, credeva, il suo obiettivo principale]
Era davanti a me, sul viso una maschera, illuminata solo dall'oro dei suoi occhi...dio se conosco bene quella sfumatura, è la stessa del mio occhio destro!
Più in basso la barba. So che dovrebbe esser rossa, tuttavia ha per me una fredda tonalità di grigio.
Conosco anche quella, i miei capelli hanno lo stesso colore.
La statura no, non somiglia per nulla alla mia, nè la corporatura, ma in fondo lui è un uomo, un uomo che ha combattuto, mentre io sono una donna, nemmeno delle più robuste tra l'altro.
Non ha fatto una piega quando ha saputo chi sono...non un respiro fuori dal normale, non un cenno di stupore...quasi come l'avesse sempre saputo, come se se lo fosse aspettato.
Spavento, terrore, sorpresa...nessuna delle tre emozioni ha prevalso nel suo sguardo, quando si è reso conto di essere stato ingannato.
Mi sarei aspettata rabbia, furia, da uno della sua stirpe, ma non ne ho vista.
Aveva solo fretta di andarsene il più lontano possibile.
Davvero i Vanir sono coraggiosi solo quando sono in numero elevato?
E' questo il popolo che fa razzie, commette stupri, rapimenti e semina il terrore?
Un popolo che trova la forza solo nel numero?
Allora, se questo è vero, un singolo Vani...non è niente...non un pericolo, non una minaccia...è solo un codardo?
E' questo l'uomo da cui sono nata, un vigliacco?
Certo, non che mi aspettassi dell'onore, un briciolo di orgoglio da uno stupratore...ma il coraggio?
Non pretendo di essere la donna più coraggiosa al mondo, ne ho viste di più forti, grandemente più forti nell'animo e nel corpo rispetto a me, tuttavia mi auguro di non essere come lui, di non fuggire di fronte al pericolo, di fronte ad un errore di calcolo...un pessimo errore.
E' davvero quello l'uomo la cui testa bramo?
E la voglio veramente?
[Kephirat si guardò ancora una volta nel piccolo specchio d'acqua, sfiorandosi il viso con la punta delle dita affusolate, gli occhi assottigliati nello sforzo di ottenere un'immagine nitida nel bacile in cui si stava osservando, nel buio della sua tenda. L'idea di somigliare a lui non le piaceva, prima di tutto per una questione di principio: non c'era piacere nell'essere simile all'uomo che ha tenuto prigioniera tua madre, abusando di lei.
Poi non le piaceva perchè...] ...non ho visto un barlume di pregio in lui, non una scintilla di qualcosa per cui poter dire con orgoglio "anche io sono così"...esistono uomini privi di qualsivoglia pregio o qualità? Del tutto privi intendo...
I miei compagni non saranno dei santi, eppure sarei capace di trovare delle buone qualità in ognuno di loro...beninteso, non che la cosa mi interessi, sono solo dei compagni di viaggio...
[Un soffio di vento, forse, mosse la superficie dell'acqua, oscurando la sua immagine riflessa, di cui ormai vedeva solo una sagoma indistinta]
"Menzogne...menzogne, nega pure a te stessa quel che vuoi, ti porterò via tutto comunque, tutto, tutti, ad uno ad uno, allora scoprirai di somigliargli. Quando i tuoi occhi si riempiranno di quella stessa paura, del terrore, della sorpresa, anche tu desidererai solamente di essere più lontana, il più lontana possibile.
Ma ovunque tu sarai, ovunque ti nasconderai io saprò trovarti!"
[Di nuovo quella voce! Bassa, indistinta, un sussurro che la tormentava da...neanche lei ricordava più quanto, un sussurro che la seguiva, che sapeva sempre dove trovarla.
Serrò gli occhi, istintivamente si coprì le orecchie, pur sapendo che sarebbe stato inutile. Lui sapeva parlarle alla mente, così come il Gran Sacerdote di Naggaroth aveva fatto con tutti loro.
Lui la conosceva meglio di chiunque altro, di lei sapeva tutto ed era sempre pronto a ricordarglielo, a gettarla nel panico più nero in qualunque momento. Con un gesto secco scagliò lontano da sé il recipiente, rovesciandolo, l'altra mano premuta sulla fronte che cominciava a dolerle, come ogni volta che lui la trovava]
Io non sarò mai come lui! E tu, tu mi troverai a testa alta, se mai ci riuscirai!
[Una risata, roca, ovattata, riecheggiò nella sua mente in risposta al suo grido, poi fu di nuovo il silenzio, spezzato solo dal vento che soffiava sui pesanti teli della tenda]
Io non sarò mai come lui...[ripetè sotto voce, come a volersi convincere.]
giovedì 27 novembre 2008
Scatto d'ira!
Follia!?! Quella secondo te è follia? Quella donna è corrotta dal male! Chissà che patti ha stretto con i demoni per diventare così potente! Dannazione! Se ne frega del... suo... popolo! Risucchia via la vita anche dalla terra stessa! Dannazione!
[... Tirò fuori dal buco che aveva fatto per terra il suo pugno sanguinante, e, stringendolo davanti a sé, mostrandolo a tutti, continuò il suo discorso con un po' più di calma, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti ...]
Sapete cosa penso? Che se quella donna è ancora abbastanza di questo mondo da sanguinare come questo mio pugno, quello che dobbiamo fare è ucciderla! In questo modo potremo anche liberare Cleone... E come ho giurato su questa mia forza, potrò combattere il male che devasta questa terra!
lunedì 24 novembre 2008
Viaggio.
L'eco di Acheron
Nel tempio di Asura, un tempo luogo sacro del patrono dei viaggiatori, i cui sacerdoti conoscono i sentieri nascosti del mondo, adesso risiede un orrore immondo, richiamato da una tenebra aliena che avvolgeva il mondo quando ancora esso era giovane.
Le guardie...mercenari Corinthi, reietti del loro stesso regno, al soldo della regina Ilga, abusano del proprio potere torturando la popolazione locale... ogni genere di abuso e crimine viene compiuto senza remore..
Oltre le mura ciclopiche di Vargas...la terra stessa sembra morire... come se l'intera vita venisse divorata da un cancro innominabile... e sugli alberi morti vengono crocifissi i dissidenti...
In questi luoghi sorgevano un tempo rigogliose foreste che adesso si sono trasformate in malsane paludi...dove i cadaveri vengono gettati...e si vocifera che certe volte questi corpi privi di vita tornino a camminare ...
I villaggi del regno vengono tormentati e ogni rivolta viene lavata nel sangue...
In questi luoghi un antico male è stato risvegliato... l'eco di un male dimenticato dai più per millenni...l'eco della magia proibita del Regno di Acheron
Ad est...
e non opprimere il debole per compiacerlo.
Quanto alla Giustizia è il grande dono del dio;
egli la da' a chi vuole.”
Amen-Em-Ope
[La donna era morta loro davanti, senza un motivo convincente, solo un capriccio di quella regina bellissima, eppure folle...folle e potente.
Ora rimpiangeva la Cimmeria, fredda, inospitale ma, nella sua barbarie, di gran lunga più civile ed umana di quel regno di confine, lasciato letteralmente marcire per il divertimento della sua sovrana]
Sì, credo che Lo Pan abbia ragione amici...è ora.
[Lasciarono il palazzo, ognuno immerso nei propri pensieri, e i suoi viaggiavano verso ovest, ancora fissi sugli accadimenti dei mesi precedenti. L'orda dei cimmeri aveva cacciato i Vanir dalla Città Ghiacciata, loro avevano in qualche modo ripulito il palazzo reale dalle mostruosità che lo abitavano. Nonostante gli anni di studio Kephirat, in quei giorni, si era resa conto di sapere ben poco di quel che il Cataclisma aveva sepolto sotto rocce e gelo. Sì, aveva sentito parlare tanto di demoni, di stregonerie terribili...ma quel sacerdote, il Gran Sacerdote di Naggaroth, capace di entrare nelle menti di ognuno di loro per assicurarsi nuovi servi, capace di piegare allo scopo del suo dio un intero popolo...quello era al di fuori della sua capacità di comprensione. Nella sua mente gli Antichi erano sempre stati nulla più di una leggenda, terribile, ma pur sempre una leggenda nascosta tra le sabbie dei millenni. Adesso però quella leggenda stava riemergendo, terrorizzandola.
A confronto, le cinquanta teste di innocenti che la regina di Albion aveva chiesto loro per ottenere Cleone in cambio erano un giochetto innocente.]
Quale sovrano ha interesse nel lasciar morire così il proprio regno? Davvero la follia è una motivazione sufficiente?
[Si rivolse a Lo Pan, sperando che la sua pacata saggezza orientale potesse dare una risposta alla domanda che aveva posto con una curiosità quasi da bambina. E, in effetti, proprio come una bambina non capiva. Aveva visto di tutto nella sua breve vita, tuttavia non era certo esperta in questioni di stato, e ciò che non trovava riscontro nella sua logica semplice, ai suoi occhi finiva per non avere senso.
Di nuovo troppi pensieri le affollavano la mente.
Aveva trovato suo padre solo per vederselo fuggire da sotto il naso insieme ad una copia di uno dei testi più importanti e potenti del mondo.
Avevano trovato Cleone, vecchio e in catene, privato dell'unica attrattiva che li aveva spinti fino a quel luogo dimenticato dagli Dei.
Aveva lasciato l'unico luogo in cui aveva trovato un po' di calore, per seguire un senso del dovere che non ricordava di aver mai avuto, per seguire dei compagni in un'impresa che nessuno di loro sapeva come sarebbe andata a finire.
Già, i suoi compagni...li osservò ad uno ad uno, mentre tornavano da Olaf e il suo drappello: viaggiavano insieme da più di un anno, e ancora erano poco più che sconosciuti, gli uni agli occhi degli altri.
Solo Atreius e Yu Lao non erano più un completo mistero, tuttavia ciò che era riuscita a scoprire di loro non era stata una piacevole sorpresa...Quando sarebbe toccato agli altri pensare lo stesso di lei?]
Il Vento e la Fiamma
[La ragazza di accasciò nel suo sangue, spirando lentamente. Per un attimo, Lo Pan osservò la regina di Albion, ma la sua vista attraversava la carne.
Il meridiano sagittale, responsabile della respirazione.
Il sentiero temporale, vettore dei processi cognitivi.
Le radici occipitali, portatrici della luce.
Le dorsali superiori ed inferiori, fautrici del movimento.
L'uomo deve agire solo quando deve agire.]
"Credo che sia il momento di andare..."[disse voltandosi.]
sabato 22 novembre 2008
Cimmero?
"Perché sto facendo tutto questo? Perché? Se ripenso a tutto quello che è successo, al modo in cui, inseguiti dai Pitti, ci siamo ritrovati in Cimmeria... E' successo quasi per caso! Stavamo correndo qui cercando di salvarci la vita, e ci siamo ritrovati ad essere i salvatori... Senza di noi Comer sarebbe morto, Irennor sarebbe rimasto dov'era e a quest'ora i Vanir sarebbero già arrivati dove Crom combatté contro Ymir, dove i superstiti di questa parte di Cimmeria si rifugiavano, e dove probabilmente, con onore, sarebbero stati sconfitti. Abbiamo fatto così tanto, eppure nessuno di noi era venuto per questo...
Se ci penso bene, niente di tutto questo ha senso... Lottare e viaggiare in questo modo, ha senso per i miei muscoli, forse è per questo che lo faccio, ma non ha senso per me. Non più.
O forse, è il Cimmero che è partito anni fa' che sta lottando... Sì, è così. Da quando ho rimesso piede nella mia terra, mi sento come allora, prima di partire, mi sento come se dovessi scacciare gli invasori per poi tornare a occuparmi di cacciare per portare scorte a Conarc, tornare a vagare per i villaggi in cerca di altre prove per dimostrare a tutti la mia forza; mi sento come se mancasse qualche mese prima di tornare a Nord, sconfinare come quasi ogni anno in Asgard e incontrare lealmente in battaglia i nostri vicini Aesir, e incontrare di nuovo Ludmilla...
Ma anche se mi sento così, so che questo è solo un sogno, lo stesso sogno che ho fatto più volte da quando sono stato catturato come schiavo... Dopo quest'ultima battaglia, mi dovrò svegliare. Mi sto impegnando tanto perché la Cimmeria torni ad essere la Cimmeria che ho lasciato, ma anche se ci riesco, Ludmilla non tornerà, mai più. La Cimmeria che ho lasciato non potrà mai più esistere. Mai.
Ripenso alle parole di Irennor. Ha detto di non essere più un Cimmero, perché non riconosce più la sua terra e i suoi fratelli che l'hanno attaccato nel momento del bisogno, e che lui ha ucciso a decine. Forse nemmeno io sono più un Cimmero. Forse non lo sono più da quando ho conosciuto Ludmilla. Già allora cambiai. Aspettavo di tornare ad Asgard, ma non perché credevo in quello che là facevo come Cimmero, ma perché sapevo che avrei incontrato Ludmilla. Cercavo avventure per mettermi alla prova, come molti miei fratelli fanno, ma non per dimostrare la generosità di Crom, non per dimostrare di poter diventare un capo... No. Lo facevo per Ludmilla.
Forse sono proprio come Irennor, forse è per questo che le sue parole mi facevano così tanta rabbia. Mi ricordavano ciò che sono... E ciò che ho perso."
[... Se Milach non fosse stato un Cimmero, in quel momento un lacrima avrebbe rigato il suo volto. Nessuno al mondo avrebbe potuto capire che in quel momento era triste quasi al punto di desiderare la morte nell'imminente battaglia, per poi vagare per l'eternità nelle felici nebbie dell'oltretomba ...]
giovedì 20 novembre 2008
Silenzio...
L'immobile espressione del giovane Khitaiano non permetteva di intuire la giungla di pensieri che si affollavano nella sua mente. Era già trascorso molto tempo da quando aveva abbandonato la sua patria, ripudiato dalla sua famiglia e scacciato dalla sua gente, reo di aver troppo scavato nel passato della sua civiltà. A quell'epoca aveva accettato gli eventi come un'occasione messagli innanzi dal fato, la possibilità di conoscere il mondo che abitava e dare risposta a tanti interrogativi.
Quello stesso fato lo aveva unito ad una compagnia singolare, una, tuttavia, che nel tempo stava imparando ad apprezzare.
Milach, il Cimmero, aveva dimostrato di essere uomo di grande coraggio, e di possedere un animo onorevole persino nella rossa furia della battaglia. E in più di un'occasione, anche Lo Pan aveva dovuto constatare la propria sorpresa per quella improvvisa acutezza d'intelletto che il gigante aveva saputo sfoderare con assoluta innocenza.
Lo accompagnava poi Mufasa, lo sciamano dalla pelle scura e dalle fattezze serpigne che sapeva rispettare anche le culture a lui più differenti e dimostrava sempre di sapere qualcosa di ogni argomento.
Quanto a Kephirat, la minuta stregona Stygiana che gli altri guardavano con tanta diffidenza, il Kithaiano doveva ammettere di trovarla la più interessante, e la più simile a se. Istruita sulla storia del mondo e sulla pratica della magia, sapeva condividere il proprio sapere con naturalezza e gentilezza, e ciò nonostante veniva ostracizzata proprio per quella sua conoscenza che gli altri non sapevano comprendere.
Atreius era un altro dei pilastri di quel gruppo tanto eterogeneo: abile guerriero e cavaliere esperto, viveva ogni attimo secondo il suo codice e lo mostrava con la fierezza con cui si mostra un'onorificenza.
Ed infine c'era Yu Lao, colei che Quella Persona aveva istruito. Ogni volta che la vedeva, o che scambiava con lei qualche parola, Lo Pan non poteva risparmiarsi una strana sensazione di costrizione che lo costringeva a recitare mantra per numerose ore, successivamente, per essere rimossa. Un altro capitolo del proprio passato seppellito in profondità, dove non poteva essere tentato di raggiungerlo tanto facilmente. E tuttavia provava simpatia per quella ragazza, che in qualche modo aveva saputo aggirare persino l'orrido sigillo che le era stato imposto con tanta sommarietà.
Riaprendo gli occhi lentamente, Lo Pan contemplò brevemente lo spettacolo macabro che si palesava innanzi a lui. Sangue e stregoneria...
Lo Pan sapeva che l'obiettivo dei loro nemici era la paura, e che la paura scaturisce dall'ignoranza. Per quello lui aveva scelto la via della conoscenza. Il sortilegio sarebbe scivolato sulla sua anima come acqua su una pietra. Non gli avrebbe dato il tempo di eroderlo. Non c'era paura il lui, solo serenità e... malinconia? Il grido dei Cimmeri riecheggiò ancora tra le montagne. Loro combattevano per la propria terra...
Accennando un sorriso, guardò di nuovo i suoi compagni..] "I Quattro Venti soffino favorevoli..."
Il Pugno di Crom
Comer alla testa di quasi seimila cimmeri, avanza tra gli impervi passi montani scrutando le fortificazioni dei Vanir a ridosso di queste antiche ed ora sanguinanti rovine...
Qualunque uomo civilizzate sarebbe fuggito davanti a quell'orrore..davanti a quella stregoneria...davanti ai demoni della tenebra antica...davanti agli ymirish... ma loro non sono uomini qualunque...sono Cimmeri, sono nati in una terra che offre loro poco, dura, aspra, impervia...la loro è una continua lotta per la sopravvivenza dal giorno in cui vengono al mondo...
Una terra per cui sono disposti a lottare...e morire... Una terra donatagli dal loro dio in tempi antichi... Crom, il dio della montagna, il custode del segreto dell'acciaio.
A loro poco importa se le oscuri prodigi si manifestano... lì si trova l'esercito invasore che tanta sofferenza ha causato al popolo barbaro...i Vanir e i figli di Yimir il loro Dio...
e lì è dove si combatterà..
Comer getta una sguardo verso la direzione intrapresa dai forestieri che tanto lo hanno aiutato in questo periodo... non dice nulla... spera solo che riescano nella loro impresa... e se dovessero morire che lo facciano con onore e a testa alta... saranno in pochi contro molti e questa prova di valore basterà per fargli meritare un posto nel Valahalla.
Poi si volta verso l'orda..
"Fratelli, questo è il giorno che la nostra gente per anni ha tanto atteso... il giorno in cui con una sola voce intoneremo Canti di Guerra che faranno germogliare il seme del terrore nel cuore dei nostri avversari... il giorno in cui saremo come un solo e possente pugno che colpirà i nostri nemici schiacciandoli una volta per tutte... che siano uomini...che siano giganti...o che siano demoni...poco importa....mostriamo loro cosa significa essere colpiti dal Pugno di Crom!!!"
Un urlo rabbioso si leva all'unisono dalla moltitudine dell'orda..
Comer innalza la sua spada Atlantidea verso il cielo...e facendola scendere lentamente poi punta i nemici giù per la vallata...
E l'orda comincia a muoversi facendo tremare le montagne stesse...
mercoledì 19 novembre 2008
Verso le mura insanguinate
Spostò lo sguardo attorno a sé, osservando l'espressione di quella gente dura, temprata da secoli di battaglie, le cui donne scendevano in guerra con gli uomini con egual onore...a Stygia non aveva mai visto nulla del genere, in tutta Stygia l'unica persona degna del suo rispetto, che aveva vissuto con onore fino alla fine era stata sua madre, morta schiava, uccisa per un capriccio di schiavi...era anche per lei che non si tirava indietro, la donna che proprio cercando quel luogo era caduta tra le mani di suo padre. Spronò il cavallo fino alla testa della Compagnia del Cinghiale e si accostò al loro capo] So di avertelo già detto ma... per quanto sarà possibile, il loro capo, Gunnar, portamelo vivo, lui è mio [tutto l'odio che provava per la stirpe dei Vanir le infiammò lo sguardo] voglio essere io ad accompagnare verso la morte mio padre! Se non dovessi tornare...[l'espressione tornò più serena, fin troppo rispetto alla situazione in cui si trovavano]...allora lascio a te il compito. Tuttavia io non ho programmato di morire così giovane [gli si avvicinò un'ultima volta, dicendo alcune ultime parole, quindi tornò al proprio posto, pregando che Seth esaudisse la sua supplica].
martedì 18 novembre 2008
Pensieri prima della battaglia
"Il nemico non ha nessuna speranza di vittoria, presto sarà costretto a lasciare la Cimmeria o morire... Eppure non riesco a rallegrarmi di questo fatto. E' da molto tempo che non abbiamo notizie di Atlas e degli altri dispersi della tribù dei monti centrali... Carc sarà sopravvissuto? Cosa ne sarà della Cimmeria dopo la fine di questa battaglia? Forse ciò non mi riguarda più... Tutto quello che posso fare ora è unirmi ai miei fratelli per scacciare gli invasori e capire cosa vogliono dai misteriosi luoghi della nostra terra... Ma dopo... Dopo dovrò lasciare di nuovo la mia terra. I compagni con cui ho viaggiato hanno accettato senza chiedere nulla in cambio di mettere da parte la ricerca di quel pugnale e mi hanno seguito fin qui, partecipando in una guerra e rischiando la vita per una terra che non è loro. Quando questa battaglia sarà finita, non potrò restare. Partirò, e lotterò per costoro, che hanno lottato per la mia terra!"
[... In quel momento altri cimmeri si allontanarono dall'accampamento, e si misero a scrutare il paesaggio insieme a Milach, pronti a seguirlo nell'imminente battaglia ...]
"Spero che Crom sia stato molto generoso con voi che avete il coraggio di seguirmi..." [Disse loro Milach, voltandosi rivelando uno sguardo esaltato] "Perché io punterò agli Ymirish!"
Chi sono?
Kephirat, come se non bastasse gia' il caos che ho in testa, dice che sono di stirpe Hyperboreana... Conosco solo leggende riguardo questo popolo e non me ne piace nessuna...
Ricordo di quando combattei per Conan, Re Conan! Ma combattei per lui o contro di lui? Chi sono? Atreius... Non sono sicuro piu' nemmeno di questo.... Il drago d'argento! Gia' a sentire i cantastorie sono un eroe... Devo Ricordare... Devo!... E se quel che ero non mi piacesse?
Chi sono?
[La figura rabbrividi' e, di scatto, si alzo' e si uni' ai festeggiamenti con aria torva]
lunedì 17 novembre 2008
Nell'oscurità del campo
Ma non tutti bevevano...
La Compagnia del Cinghiale ed il loro nuovo capo non bevvero... rimasero lucidi e concentrati... cantarono inni a gli antenati e celebrarono i loro funerali...
Qualcuno dall'oscurità si limitò a guardare la donna infreddolita ascoltandola piangere... rimase in silenzio finché essa non si addormentò... a quel punto si infilò nella sua tenda e la abbracciò senza farla svegliare riscaldandola ulteriormente e fu allora che un sorriso accennato di conforto comparve sulle labbra di lei.
L'indomani quando si svegliò non vi era nessuno al suo fianco...e il campo si preparava per la partenza
Monologo con Serpente
Mufasa dei Regni Neri
Barbari, sono semplicemente dei barbari questi Cimmeri, degni di rispetto per molte cose, ma veramente dei barbari per altre. Guarda la, infilzano le teste dei nemici sulle loro lance, è una cosa incivile questa.
Sprecare così tutta quella carne! Dico io, mangiate i loro cuori e appropriatevi della loro forza, o gli occhi dei loro stregoni così da poter vedere le loro magie prima che ve le scaglino contro no?! Macché, vaglielo a spiegare, se la prendono pure a male.
Meno male che la prescelta di Damballa mezzosangue mi sta cominciando a dare tante soddisfazioni, ha squarciato il petto del loro stregone, ma prima lo ha fatto risvegliare per far si che la guardasse negli occhi, son cose che rendono orgogliosi!
venerdì 14 novembre 2008
Fastidio...
[ Kephirat si strinse una volta di più nella pesante pelliccia che quasi nascondeva la sua minuta figura di ragazzina] Quali che siano i piani di…Damballa, quando la senti dille che non ha un gran senso dell’umorismo…[scosse il capo infastidita, cercando di scaldare sé e il serpente che cercava rifugio tra le sue vesti] Dovremmo pensare a come andarcene da queste lande dimenticate dagli Dei il più velocemente possibile, invece di star a discutere del loro ironico volere, sono già stanca di ghiaccio, neve e…rozzi barbari che si rotolano nel fango coi cani, rischiamo solo di morire per una causa che non ci riguarda affatto, e la cosa non mi va giù per niente. Sprofondassero tutti, a ricongiungersi con i loro avi in Atlantide!!! [ Era decisamente di cattivo umore, ma non era una novità, si era liberata dalla schiavitù solo per finire legata a catene più pericolose, assieme ad un gruppo che riusciva ad apprezzare solo in minima parte…certo, tornare a Stygia significava morte certa, quindi sarebbe stato meglio farsi piacere quella gente e quei luoghi…poi un suono secco attirò la sua attenzione]
Qualcosa mi dice che Irennor sta discutendo con Comer…non era il tipico suono di ossa rotte quello? [Non c'era eccessiva preoccupazione nella sua voce...]
giovedì 13 novembre 2008
Perplessa.
martedì 11 novembre 2008
Damballa lo vuole!
Ultimo superstite della mia tribù ora vago per le fredde terre di Cimmeria in compagnia degli altri prescelti.
Essi non sanno che il loro destino sarà grande, ma Damballa ci guiderà tutti a giorni di gloriosa morte!
Damballa lo vuole!