giovedì 20 novembre 2008

Silenzio...

[Con il occhi semichiusi, mentre il suo cavallo procedeva a lenta andatura accanto a quello dei suoi compagni, Lo Pan accolse in silenzio il boato delle genti di Cimmeria che si scagliavano contro gli invasori. Non aveva più di venticinque anni, ma nella sua terra lo consideravano già un maestro. Già, la sua terra...

L'immobile espressione del giovane Khitaiano non permetteva di intuire la giungla di pensieri che si affollavano nella sua mente. Era già trascorso molto tempo da quando aveva abbandonato la sua patria, ripudiato dalla sua famiglia e scacciato dalla sua gente, reo di aver troppo scavato nel passato della sua civiltà. A quell'epoca aveva accettato gli eventi come un'occasione messagli innanzi dal fato, la possibilità di conoscere il mondo che abitava e dare risposta a tanti interrogativi.

Quello stesso fato lo aveva unito ad una compagnia singolare, una, tuttavia, che nel tempo stava imparando ad apprezzare.

Milach, il Cimmero, aveva dimostrato di essere uomo di grande coraggio, e di possedere un animo onorevole persino nella rossa furia della battaglia. E in più di un'occasione, anche Lo Pan aveva dovuto constatare la propria sorpresa per quella improvvisa acutezza d'intelletto che il gigante aveva saputo sfoderare con assoluta innocenza.

Lo accompagnava poi Mufasa, lo sciamano dalla pelle scura e dalle fattezze serpigne che sapeva rispettare anche le culture a lui più differenti e dimostrava sempre di sapere qualcosa di ogni argomento.

Quanto a Kephirat, la minuta stregona Stygiana che gli altri guardavano con tanta diffidenza, il Kithaiano doveva ammettere di trovarla la più interessante, e la più simile a se. Istruita sulla storia del mondo e sulla pratica della magia, sapeva condividere il proprio sapere con naturalezza e gentilezza, e ciò nonostante veniva ostracizzata proprio per quella sua conoscenza che gli altri non sapevano comprendere.

Atreius era un altro dei pilastri di quel gruppo tanto eterogeneo: abile guerriero e cavaliere esperto, viveva ogni attimo secondo il suo codice e lo mostrava con la fierezza con cui si mostra un'onorificenza.

Ed infine c'era Yu Lao, colei che Quella Persona aveva istruito. Ogni volta che la vedeva, o che scambiava con lei qualche parola, Lo Pan non poteva risparmiarsi una strana sensazione di costrizione che lo costringeva a recitare mantra per numerose ore, successivamente, per essere rimossa. Un altro capitolo del proprio passato seppellito in profondità, dove non poteva essere tentato di raggiungerlo tanto facilmente. E tuttavia provava simpatia per quella ragazza, che in qualche modo aveva saputo aggirare persino l'orrido sigillo che le era stato imposto con tanta sommarietà.

Riaprendo gli occhi lentamente, Lo Pan contemplò brevemente lo spettacolo macabro che si palesava innanzi a lui. Sangue e stregoneria...
Lo Pan sapeva che l'obiettivo dei loro nemici era la paura, e che la paura scaturisce dall'ignoranza. Per quello lui aveva scelto la via della conoscenza. Il sortilegio sarebbe scivolato sulla sua anima come acqua su una pietra. Non gli avrebbe dato il tempo di eroderlo. Non c'era paura il lui, solo serenità e... malinconia? Il grido dei Cimmeri riecheggiò ancora tra le montagne. Loro combattevano per la propria terra...

Accennando un sorriso, guardò di nuovo i suoi compagni..] "I Quattro Venti soffino favorevoli..."

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