mercoledì 19 novembre 2008

Verso le mura insanguinate

[La tormenta di neve del giorno prima, che rallentava l'accesso verso la Città Ghiacciata era magicamente scomparsa così come era iniziata; la giornata luminosa non nascondeva più alla vista le ciclopiche mura, e ciò che le circondava...Kephirat cavalcava in mezzo ai suoi compagni, il piano prevedeva che le orde cimmere spezzassero e distraessero le difese Vanir e i loro mostri, mentre loro sarebbero andati verso l'accesso secondario in cerca di...non sapevano con precisione neanche loro cosa] Io non so cosa ci sia là dentro, e non sono nemmeno troppo sicura di volerlo scoprire, ma ormai siamo qui. [Parlò più a se stessa, sebbene si rivolgesse ai propri compagni, e anche parlando da sola riuscì a mentire: sì, non sapeva cosa avrebbero trovato all'interno di quelle mura, ma era certa che qualunque cosa fosse, sarebbe stata di gran valore, e probabilmente anche estremamente potente, quindi interessante ai suoi occhi] Ma che diamine??? [I suoi occhi e quelli dei suoi amici si fissarono contemporaneamente sulle mura, sgranandosi all'unisono. I Vanir erano migliaia, ma loro e gli Ymrish erano improvvisamente diventati un problema secondario: dalle immani pareti, dalle finestre, del sangue grondava copioso, tingendo di rosso la pietra e la neve mentre, senza alcuna preoccupazione, gli eserciti avversari se ne stavano accampati ai piedi di quella macabra cascata] Ieri quell'enorme...seppia cefalopode evocata dallo sciamano...ora questo. Ma cosa diamine stanno cercando...o facendo? [Non si aspettava risposta, gli altri avevano la sua stessa espressione, ma pian piano allo stupore cominciò a sostituirsi la risolutezza: nessuno di loro si sarebbe fermato, sarebbero andati in fondo a la cosa, o sarebbero morti nel tentativo. E i cimmeri con loro.
Spostò lo sguardo attorno a sé, osservando l'espressione di quella gente dura, temprata da secoli di battaglie, le cui donne scendevano in guerra con gli uomini con egual onore...a Stygia non aveva mai visto nulla del genere, in tutta Stygia l'unica persona degna del suo rispetto, che aveva vissuto con onore fino alla fine era stata sua madre, morta schiava, uccisa per un capriccio di schiavi...era anche per lei che non si tirava indietro, la donna che proprio cercando quel luogo era caduta tra le mani di suo padre. Spronò il cavallo fino alla testa della Compagnia del Cinghiale e si accostò al loro capo] So di avertelo già detto ma... per quanto sarà possibile, il loro capo, Gunnar, portamelo vivo, lui è mio [tutto l'odio che provava per la stirpe dei Vanir le infiammò lo sguardo] voglio essere io ad accompagnare verso la morte mio padre! Se non dovessi tornare...[l'espressione tornò più serena, fin troppo rispetto alla situazione in cui si trovavano]...allora lascio a te il compito. Tuttavia io non ho programmato di morire così giovane [gli si avvicinò un'ultima volta, dicendo alcune ultime parole, quindi tornò al proprio posto, pregando che Seth esaudisse la sua supplica].

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