mercoledì 10 dicembre 2008

Ombre e fumo

[Non riuscendo a prendere sonno, nonostante la stanchezza sembrasse pesare più del solito, Kephirat si aggirava per il cortile del forte, scrutando le ombre, le stelle, qualunque cosa potesse fermare i suoi pensieri su un unico obiettivo.
Ma gli ultimi giorni erano stati più pesanti del solito, densi di avvenimenti...
A fatica erano riusciti a raggiungere il secondo tempio tra le paludi, stavolta tutti insieme...fortunatamente tutti insieme, o in quel momento sarebbero tutti stati...scrollò le spalle, rabbrividendo al solo pensiero.
Il braccio letteralmente morto di Milach era stato un prezzo più che alto, una dimostrazione fin troppo potente delle forze che tentavano di contrastare ed ora era solo per la benevolenza di Seth, almeno secondo il suo pensiero, che erano ancora tutti vivi] Morti che camminano, che conducono al medesimo destino le loro vittime...e quelle creature, quegli spiriti rinchiusi nelle pietre...non ho abbastanza cognizioni per riuscire a comprendere una stregoneria così potente, così antica...ed Ilga, lei davvero invece ha tali conoscenze? Il veggente ha parlato di un'orrenda creatura nel tempio di Asura, uno...come lo ha chiamato? Ctonian forse?
Quale che sia il nome, certo è che Ilga gli dà in pasto il suo popolo, e già questo è di per sè aberrante...[scosse il capo, sentendosi improvvisamente impotente, piccola e disgustata.
Ma disgustata perchè, in fondo, a Stygia, lei stessa aveva tentato la strada percorsa dalla regina di Albion. Inganno dopo inganno aveva tentato la scalata al potere della congrega di cui faceva parte, solo che a lei non era riuscito molto bene, e si era ritrovata sulla nave diretta all'Isola degli Oscuri] Che fallimento che sono [ridacchiò di se stessa scuotendo lievemente il capo] persino il mio serpente mi ha abbandonata...ma forse starà meglio con colui che può anche comprenderlo, oltre che volergli bene.


[Un soffio di vento fece tremare le torce, riportando la sua attenzione al campo. Non potè trattenere un brivido: già due volte l'ombra aveva percorso quella zona. Improvvisamente, inevitabilmente ogni luce era stata assorbita dal buio e spenta. Mufasa aveva detto che la causa poteva essere un qualche rituale che veniva celebrato per risvegliare un demone, da qualche parte, lei invece aveva ripensato alle parole del Veggente, quando in presenza sua e di Yu Lao aveva dichiarato che qualcosa oscurava il fato di uno di loro, impedendogli di vederlo. Ogni possibilità era plausibile, a quanto pareva però c'era ragionevolmente motivo di credere che qualcuno stesse davvero officiando un rituale. Dove? Bella domanda!] Yu Lao...[ si voltò verso la finestra della stanza dove fino a poche ore prima erano entrambe, dove la compagna khitaiana le aveva fatto quella richiesta assurda, quella rivelazione forse più importante di quanto non avesse creduto. Era uscita completamente stravolta dal loro incontro...] troppo liquore, non ci sono più abituata. E troppo poco sonno...[in quei pochi giorni aveva esaurito le sue riserve di energia. Mai nella sua vita aveva dovuto ricorrere così spesso alla stregoneria, ma prima non aveva mai avuto le potenzialità che le si erano presentate nel corso degli ultimi eventi, così come i pericoli.] ...certo, se non avesse dato retta a Yu Lao, ora sarei più fresca...se non avessi dovuto curarla sarei più fresca [strinse la mano intorno ad una fiala in cui del fumo rosso volteggiava pigramente] se non avesse deciso di voler sapere cosa si prova non avrei dovuto sprecare tanto ben di dio! [non le era ancora andata giù la faccenda della piccola bravata della compagna, che le aveva sottratto dalle tasche uno dei preparati di loto rosso, per poi vederlo andare in frantumi sotto i colpi dello spirito del tempio e da lì diretto nelle sue narici, causando alla khitaiana notevoli mal di testa, con sua malevola soddisfazione, oltre ad un salubrissimo vuoto di memoria]

[Tornò all'interno del forte, dove ormai regnava il silenzio. Solo le guardie personali di Atreius...Re Atreius erano sveglie, e ben decise a far sì che nessuno disturbasse il loro sovrano, sveglio o addormentato che fosse. La osservarono mentre passava in silenzio davanti a loro, così come lei osservò loro...probabilmente con la faccia più colpevole di tutta Hyboria. Tornò sui suoi passi, verso uno di essi] Se domattina i miei compagni mi dovessero cercare, dite loro che sono alle prigioni. [non attese una risposta, suscitò però doppiamente la loro sorpresa portando con sè, con un po' di fatica, uno dei bracieri posti ai lati della porta]


[Il freddo se ne sarebbe andato in poco tempo, e non si sarebbe più curata nemmeno dell'umidità che regnava tra le celle una volta iniziato il lavoro.
A malapena il fuoco nel braciere illuminava il suo viso impegnato e le sue mani intente a sminuzzare erbe delle più disparate specie. Mormorava qualcosa mentre lavorava, gli occhi socchiusi e la mente completamente altrove, i pensieri scissi dalle parole che le solcavano le labbra.
Ricordava le parole di suo padre, dell'uomo che fino a quel pomeriggio avrebbe voluto uccidere con le sue mani. L'uomo che aveva ridotto in schiavitù sua madre dopo averla rapita e violentata...l'uomo che l'aveva venduta quando ancora lei non era nata.
Quello stesso uomo le aveva da poco raccontato una storia molto diversa.
Non solo lui...anche il Veggente...ed Akhana-Toth, in sogno, le aveva mostrato sua madre viva o meglio, l'aveva costretta a guardarla, la stessa madre che lei aveva visto morta con i suoi occhi era stata sotto il suo sguardo, prigioniera di ombre mentre lui, il suo vecchio maestro, con la voce suadente di sempre le aveva gentilmente esposto le sue minacce.]
Ora staremo a vedere chi è che mente...chi mi mente, e perchè. [ aveva ucciso per le menzogne che le erano state raccontate, era stato per quello che aveva cominciato, altrimenti non avrebbe mai torto un capello a nessuno, né avrebbe cercato il sapere con tanta foga. Ma ora non sapeva a chi credere. Doveva credere alle parole di sua madre, che fino all'ultimo aveva dipinto suo padre come una bestia spietata? Oppure doveva dar retta al racconto dell'uomo che pareva fingere di non dar peso alla loro parentela, ma che diceva di aver voluto bene a sua madre, finché lei non aveva deciso di andarsene portandola con sé?]

Dove sei? [ lasciò cadere le erbe, mescolate al suo sangue, nel braciere e rimase a guardarle bruciare, col calore che le arrossava le guance. Poi un fumo cremisi si levò dai carboni...]

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